Roma, 14 dicembre 2022 (Agonb) – L’enzima Polimerasi Theta, ribattezzato “enzima-filler” dai ricercatori, possiede la capacità di colmare le lesioni che le terapie hanno provocato al DNA delle cellule tumorali e, dunque, di rafforzare queste ultime.
La scoperta si deve a un gruppo internazionale di studiosi dell’IFOM e dell’Università degli Studi di Milano che ha analizzato il ruolo di questo enzima nella farmacoresistenza.
I ricercatori hanno individuato un approccio terapeutico potenzialmente efficace per impedire l’azione-filler della Polimerasi Theta e prevenire così l’insorgenza della recidiva.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Molecular Cell, si è focalizzato su cellule tumorali in coltura in cui il gene BRCA2, che senza mutazioni è in grado di correggere i danni generati nel DNA, era alterato.
In assenza di BRCA2, o quando vengono somministrate terapie vincenti grazie all’enzima MRE11, nel DNA danneggiato si formano lacune, ossia aree in cui manca uno dei due filamenti che lo compongono. In sostanza, i due enzimi MRE11 e Polimerasi Theta svolgono attività contrastanti: il primo annienta le cellule tumorali mentre il secondo ne consente la riproduzione.
L’approccio terapeutico individuato dai ricercatori consiste nella distruzione selettiva delle cellule con difetti in BRCA2 o resistenti ad alcuni tipi di terapia tramite il processo di “letalità sintetica”. Questa strategia, in fase di sperimentazione, sfrutta l’inattivazione simultanea di due fattori che quando sono compromessi individualmente non hanno impatto sulla vitalità cellulare, risparmiando così le cellule non tumorali in cui il difetto genetico di BRCA2 è assente. (Agonb) Etr 11:00.