Roma, 8 febbraio 2023 (Agonb) – Arrivano buone notizie sul fronte della leucemia mieloide acuta, che ogni anno colpisce oltre 2mila persone in Italia. La sopravvivenza dei pazienti colpiti da questa malattia ematologica molto difficile da trattare, infatti, passa da 6 settimane a 18 mesi. Ed è merito di uno studio tutto italiano (Avalon) pubblicato sulla rivista ‘Cancer’. A dare “risultati mai raggiunti prima” è stata la prima sperimentazione real life condotta in Europa su una nuova terapia: venetoclax (BCL 2 inibitor) in combinazione con un agente ipometilante (azacitidina o decitabina). Avalon, promosso e coordinato da Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ IRST IRCCS (Meldola, FC) e Istituto Europeo di Oncologia IEO in collaborazione con la Rete Ematologica Lombarda e il patrocinio della Fondazione GIMEMA, ha raccolto i dati dei pazienti trattati off label dal 2015 al 2020 in 32 centri di ematologia italiani. In totale 192 i pazienti arruolati: 42 con nuova diagnosi (“unfit” anziani o fragili che presentavano altre malattie e non erano candidabili a chemioterapia intensiva), 68 refrattari/resistenti (che non hanno avuto benefici da precedenti terapie) e 79 recidivanti (in cui la patologia si è ripresentata). “L’ematologia italiana offre un importante contributo per migliorare la qualità e aspettativa di vita di pazienti colpiti da uno dei tumori del sangue più gravi – spiega Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico dell’Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori ‘Dino Amadori’ IRST IRCCS e ultima firma dello studio Avalon -. Sono necessarie ora nuove ricerche che approfondiscano il ruolo e le potenzialità della combinazione venetoclax azacitidina/decitabina ed eventuali integrazioni con le terapie mirate”. (Agonb) Des 11:00