Roma, 15 marzo 2023 (Agonb) – Arriva una scoperta tutta italiana in merito alla maggiore aggressività del Covid rispetto ad altri virus respiratori. Da uno studio condotto dai ricercatori dell’IFOM (Istituto Fondazione di Oncologia Molecolare) di Milano e del CNR-IGM (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Pavia, con il contributo dei virologi dell’ICGEB (Centro Internazionale di Ingegneria genetica e Biotecnologie) di Trieste e pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Nature Cell Biology, è emerso che il virus danneggerebbe il DNA, causando invecchiamento cellulare e infiammazioni croniche. In particolare, i ricercatori di IFOM Ubaldo Gioia e Sara Tavella hanno spiegato che “SARS-CoV-2, una volta entrato nella cellula, ne dirotta i processi fondamentali, costringendola a smettere di produrre deossinucleotidi, i ‘mattoni’ del DNA, per farle produrre i ribonucleotidi, ovvero i ‘mattoni’ che servono a sintetizzare l’RNA della cellula e, soprattutto, quello del virus”. Per via della carenza di deossinucleotidi, “la cellula non riesce a replicare adeguatamente il proprio DNA e accumula danni nel suo genoma”. E non solo, perché il virus interferisce anche col processo di riparazione e ricostruzione del Dna danneggiato. “Ciò comporta effetti drammatici sulla cellula infetta da SARS-CoV-2 e sui pazienti – fa sapere Fabrizio d’Adda di Fagagna, responsabile del laboratorio IFOM -. Tra questi sicuramente il precoce invecchiamento delle cellule, detto senescenza cellulare, e l’associata produzione di citochine infiammatorie”. (Agonb) Des 9:00