Roma, 24 marzo 2023 (Agonb) – Il nitrato ingerito nel corso della vita adulta di una persona attraverso il consumo di acqua del rubinetto e di acqua in bottiglia potrebbe essere un fattore di rischio per il cancro alla prostata, in particolare nel caso di tumori aggressivi e negli uomini più giovani. È quanto emerge da uno studio condotto in Spagna e guidato dal Barcelona Institute for Global Health e i cui risultati sono pubblicati su Environmental Health Perspectives.
Anche la dieta, secondo lo studio, gioca un ruolo importante: i ricercatori hanno scoperto che mangiare molta fibra, frutta/verdura e vitamina C potrebbe ridurre l’effetto negativo del nitrato nell’acqua potabile. Nitrato e trialometani sono due dei contaminanti più comuni nell’acqua potabile: per valutarne la possibile associazione con il cancro alla prostata il team ha studiato 697 casi di cancro alla prostata negli ospedali spagnoli tra il 2008 e il 2013 (inclusi 97 casi aggressivi), oltre a un gruppo di controllo composto da 927 uomini di età compresa tra 38 e 85 anni a cui non era stato diagnosticato un cancro al momento dello studio.
La media di nitrati e trialometani a cui ciascun partecipante era stato esposto dall’età di 18 anni è stata stimata in base a dove aveva vissuto e al tipo e alla quantità di acqua che aveva bevuto per tutta la vita. I risultati hanno mostrato che maggiore è l’assunzione di nitrati, maggiore è l’associazione con il cancro alla prostata. I partecipanti con una maggiore ingestione di nitrati presenti nell’acqua avevano una probabilità 1,6 volte maggiore di sviluppare un cancro alla prostata di grado basso o medio e quasi 3 volte più probabilità di sviluppare un tumore alla prostata aggressivo rispetto ai partecipanti con livelli inferiori. (Agonb) Cdm 11:00.