Roma, 20 aprile 2023 (Agonb) – Uno studio condotto dall’Università Cattolica si è occupato dei casi di ictus riconducibili ad un’occlusione di un’arteria di grandi dimensioni, ma che causa deficit neurologico minimo (minor stroke). L’obiettivo della ricerca è quello di tracciare delle linee guida di trattamento dell’ictus in fase acuta perché quelle disponibili attualmente non indicano un approccio terapeutico univoco. La tipologia di pazienti considerata, presenta l’occlusione in un tratto periferico dell’arteria cerebrale media, il tratto M2, su cui è possibile intervenire con una procedura endovascolare: la trombectomia meccanica. Le attuali linee suggeriscono di evitare questa procedura specie nei pazienti che presentano un grado lieve di compromissione clinica. Si tratta di quei pazienti con funzioni cognitive integre, ma con lieve emiparesi e lieve disturbo del linguaggio ragionevolmente riconducibili all’attivazione di una circolazione collaterale in grado di compensare in parte l’occlusione. Il dottor Broccolini precisa che «la principale perplessità nella gestione di questi pazienti nasce dal fatto che una percentuale di questi, pur avendo al principio sintomi minimi, può andare incontro ad un peggioramento clinico notevole. I dati dei nostri studi suggeriscono che in questi pazienti l’approccio terapeutico più ragionevole sia quello che preveda inizialmente una gestione medica e uno stretto monitoraggio clinico e consideri il trattamento endovascolare solo in presenza di un precoce peggioramento dei sintomi». (Agonb) Anna Lavinia 10:00