Roma, 2 maggio 2023 (Agenbio) – Uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Università del Maryland, avrebbe rilevato delle onde sismiche che attraversano il nucleo marziano e confermano le previsioni relative alla sua composizione. Il team, guidato da Vedran Lekic, ha esaminato i dati acquisiti dal lander InSight della Nasa per misurare le proprietà del nucleo. Il cuore del pianeta sarebbe formato da una lega di ferro liquido e alte percentuali di zolfo e ossigeno. “Il nucleo del nostro mondo – spiega Lekic – è stato scoperto per la prima volta nel 1906, quando i sismologi hanno osservato il comportamento delle onde sismiche. Abbiamo utilizzato un procedimento simile per dedurre la composizione del nucleo marziano”. I ricercatori hanno monitorato la progressione di 2 eventi sismici distanti su Marte, uno causato da un terremoto e l’altro da un forte impatto, si è stimato così la densità e la compressibilità del materiale che si trova al centro del corpo roccioso. I risultati suggeriscono la presenza di un nucleo liquido, mentre la Terra sembra caratterizzata da una combinazione di materie fuse e solide. Per la composizione del nucleo marziano, si ipotizza la presenza di elementi leggeri, come zolfo e ossigeno, negli strati più interni, per circa 1/5 del peso del nucleo di Marte. I dati indicano che il cuore di Marte potrebbe essere meno denso e più comprimibile rispetto a quello della Terra. “L’unicità del nucleo terrestre porta alla generazione di un campo magnetico – osserva Nicholas Schmerr, altra firma dell’articolo – che ci protegge dai venti solari, permettendoci di trattenere l’acqua. Il nucleo di Marte non è conformato in modo tale da favorire la formazione di un campo magnetico sufficientemente adeguato, il che potrebbe spiegare perché le condizioni sulla superficie del pianeta non sono adatte alla vita”. Gli scienziati ipotizzano che una volta ci fosse una schermatura magnetica, per cui il Pianeta rosso potrebbe essersi gradualmente evoluto fino a raggiungere le caratteristiche attuali. “Ci sono piccole tracce di idrogeno nel nucleo di Marte – conclude Lekic – per cui dobbiamo capire quali condizioni abbiano portato alla situazione che osserviamo oggi. Il nostro lavoro conferma l’accuratezza delle modellazioni attuali relative alla composizione del nucleo di Marte. Ricerche come questa potrebbero aprire la strada a future spedizioni orientate alla geofisica verso altri corpi celesti, come Venere o Mercurio”. (Agenbio) Mmo 10:00