Roma, 11 maggio 2023 (Agenbio) – Il flusso del liquido cerebrospinale nel cervello è collegato all’attività cerebrale al risveglio: potrebbe avere impatto sul trattamento di malattie come il morbo di Alzheimer, che sono state associate a un calo del flusso del liquido cerebrospinale, uno studio condotto dalla Boston University pubblicato su PLOS Biology.
La ricerca dimostra che la manipolazione del flusso sanguigno nel cervello con la stimolazione visiva induce un flusso di fluidi complementare. Proprio come i reni aiutano a rimuovere i rifiuti tossici dal nostro corpo, il liquido cerebrospinale aiuta a rimuovere le tossine dal cervello, in particolare durante il sonno. I ricercatori hanno ipotizzato che l’attività cerebrale durante la veglia potrebbe anche influenzare il flusso del liquido cerebrospinale.
L’ipotesi è stata testata registrando simultaneamente l’attività del cervello umano tramite fMRI e la velocità del flusso del liquido cerebrospinale mentre alle persone veniva mostrato uno schema a scacchi che si accendeva e si spegneva. I ricercatori hanno prima confermato che il motivo a scacchi induceva l’attività cerebrale; l’ossigenazione del sangue registrata dalla fMRI aumentava quando il modello era visibile e diminuiva quando era spento. Successivamente, hanno scoperto che il flusso del liquido cerebrospinale rispecchiava negativamente il segnale del sangue, aumentando quando il motivo a scacchi era spento. (Agenbio) Cdm 11:00.