Roma, 25 maggio 2023 (Agenbio) – Come hanno fatto antichi batteri a colonizzare, partendo dalla terraferma, parti lontane dell’oceano? Molto probabilmente usando delle bio-barche, ovvero mezzi su cui spostarsi fatti di chitina, il materiale che fa parte dell’esoscheletro di insetti e crostacei. Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) dal gruppo del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e guidata dall’italiana Giovanna Capovilla, così si sarebbe sviluppato il fitoplancton che oggi galleggia in superficie catturando la CO2 atmosferica per fare la fotosintesi. Si tratta di una ipotesi avallata grazie ad analisi genetiche ed esperimenti in laboratorio: studiando il metabolismo del Prochlorococcus gli esperti hanno scoperto un gene che permette di degradare la chitina. Ciò permette una più rapida crescita dei ceppi batterici che si sono poi adattati a vivere in acque poco illuminate, così come risulta che i microrganismi sarebbero in grado di attaccarsi ai frammenti di chitina per poi essere trasportati dalla costa al mare aperto. (Agenbio) Gta 11:00