Roma, 30 luglio 2023 (Agenbio) – L’invecchiamento delle persone con HIV in una prospettiva di genere è stato al centro di un convegno tenutosi a Roma, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – Centro di Riferimento per la Medicina di Genere e Dipartimento di Malattie Infettive – in collaborazione con la Fondazione The Bridge. L’evento si inserisce nel progetto “HIV Outcomes Italia” e ha coinvolto esperti di diverse discipline in un approccio multistakeholder, con l’obiettivo di approfondire l’importanza delle variabili di genere nel processo di invecchiamento delle persone sieropositive.
Secondo Mario Cascio, rappresentante dell’European AIDS Treatment Group (EATG), è cruciale considerare le dimensioni legate al genere nella definizione di percorsi diagnostici e terapeutici per le persone che invecchiano con HIV. Cascio ha sottolineato la necessità di ampliare i servizi di supporto per questa categoria di pazienti, ribadendo l’importanza di includere tali aspetti nelle strategie di cura. Insieme alla professoressa Antonella D’Arminio Monforte dell’Università di Milano, Cascio è responsabile scientifico della sezione italiana di *HIV Outcomes*, iniziativa europea nata nel 2016 per affrontare le esigenze delle persone sieropositive migliorandone la qualità di vita e ottimizzando i sistemi sanitari attraverso l’adozione di pratiche innovative.
D’Arminio Monforte ha evidenziato che il tema dell’invecchiamento con HIV è sempre più rilevante, richiedendo un approccio clinico che tenga conto delle patologie correlate e delle specificità individuali. Tuttavia, ha lamentato come in Italia la medicina di genere non sia ancora al centro della definizione dei percorsi diagnostici, a differenza di altri Paesi europei. L’incontro, ha dichiarato, ha rappresentato un’occasione per riflettere sulle esigenze dei pazienti e proporre soluzioni che tengano conto delle differenze di genere e dei bisogni individuali.
Barbara Suligoi, del Centro Operativo AIDS dell’ISS, ha spiegato come negli ultimi anni sia aumentata la percentuale di persone over 50 con nuove diagnosi di HIV, con la maggior parte dei casi attribuibili a trasmissioni eterosessuali. Tuttavia, molti pazienti scoprono di essere sieropositivi solo a causa di patologie concomitanti, e una bassa percentuale si sottopone al test per consapevolezza di comportamenti a rischio. Suligoi ha sottolineato l’importanza di semplificare l’accesso al test, eliminando l’obbligo del consenso informato scritto, per aumentarne la diffusione.
Luca Busani, dell’ISS, ha osservato che l’indice di vecchiaia in Italia è aumentato significativamente, passando dal 33,5% al 187,6% negli ultimi 70 anni, e l’età media della popolazione è cresciuta di tre anni dal 2011. Angela Ruocco, sempre dell’ISS, ha posto l’accento sui bisogni peculiari delle persone anziane transgender (TGD), suggerendo l’importanza di adottare un approccio inclusivo nell’assistenza sanitaria e di creare relazioni di fiducia tra operatori e pazienti, al di là del genere di appartenenza.
Luisa Brogonzoli, del Centro Studi Fondazione The Bridge, ha sottolineato come i temi discussi durante l’evento debbano diventare parte integrante dei Piani diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA) regionali. Questo permetterebbe di garantire una migliore qualità della vita e il benessere delle persone con HIV, valorizzando un approccio sistematico e uniforme sul territorio nazionale.
L’incontro ha ospitato interventi di esperti come Teresa Bini (Ospedale San Paolo, Milano), Antonella Cingolani (Policlinico Gemelli, Roma), Miki Formisano (NPS Italia Onlus), Daniele Gianfrilli (Sapienza Università di Roma) e Giovanni Guaraldi (Unimore). Anna Teresa Palamara, Direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS, ha concluso ribadendo l’importanza della ricerca, capace di ottenere progressi significativi e di correggersi attraverso l’aumento delle conoscenze. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00