Roma, 2 agosto 2023 (Agenbio) – I biomarcatori infiammatori potrebbero aiutare a identificare il rischio di demenza: è quanto emerge da un ampio studio dell’Università di Manchester pubblicato su PLOS ONE e basato sui dati di circa 500.000 persone estratti dalla Uk BioBank.
La ricerca ha scoperto associazioni piccole ma statisticamente significative tra segni di infiammazione sistemica e successivo rischio di demenza, valutando la relazione tra alcune misure biologiche – biomarcatori – dell’infiammazione e le prestazioni dei partecipanti a vari test cognitivi, valutati sia contemporaneamente ai biomarcatori sia anni dopo, nonché se in seguito gli fosse stata diagnosticata la demenza.
I ricercatori hanno scoperto che livelli più elevati di livelli di biomarcatori infiammatori erano associati a un aumento del rischio di diagnosi di demenza da tre a undici anni dopo e anche a prestazioni peggiori su alcune misure cognitive, inclusi compiti relativi alla memoria prospettica, all’intelligenza fluida e al tempo di reazione, sia al basale sia da quattro a tredici anni dopo. “Questa associazione ovviamente non significa causalità, quindi sono necessarie ulteriori ricerche”, hanno precisato gli autori. (Agenbio) Cdm 12:00.