Roma, 11 agosto 2023 (Agenbio) – Una nuova modalità resa possibile dalla realtà aumentata per praticare l’esame bioptico senza la necessità di sottoporre il paziente a più scansioni successive e limitando, quindi, la dose di radiazioni: è il frutto di uno studio pilota condotto all’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano (Gruppo San Donato) e pubblicato sulla rivista European Radiology Experimental.
Per l’esame bioptico dell’osso, che necessita di Tac sequenziali per individuare il punto corretto in cui posizionare l’ago per il prelievo del campione di tessuto, il paziente riceve una considerevole dose di radiazioni. Il nuovo ha coinvolto otto pazienti al fine di testare, per la prima volta in questo ambito, un innovativo device di navigazione in realtà aumentata.
Prima di eseguire la prima scansione Tac, alcuni marcatori radiopachi, ben visibili ai raggi X, vengono applicati sul corpo del paziente attorno alla lesione da trattare. Un marcatore viene anche posizionato sull’ago utilizzato per la biopsia. Una volta acquisito il volume del corpo con la Tac e identificata la lesione, un software specifico tramite una telecamera riconosce i marcatori cutanei, dotati di QR Code e li accoppia con quelli identificati sulla Tac. Questo permette di costruire un modello tridimensionale di realtà aumentata che consente all’operatore, dotato di visore ottico, di “navigare” e visualizzare la lesione e il percorso dell’ago. Così è stato ridotto il numero di scansioni Tac (e quindi la dose di radiazioni) di oltre il 50%. (Agenbio) Cdm 13:00.