Roma, 21 agosto 2023 (Agenbio) – Siamo esposti alle radiazioni ionizzanti più di quanto pensiamo, ma solo poche volte ce ne accorgiamo. I raggi UV di quando prendiamo il sole, i raggi X delle radiografie o ancora in viaggio su un aereo che vola oltre i 10mila metri di quota. Un gruppo di studiosi dell’Università di Trento ha indagato quanto siano pericolose per il DNA questo tipo di radiazioni che possono romperlo e modificarlo. La ricerca ha lavorato sul tempo tra l’irraggiamento e la rottura del filamento scoprendo che maggiore è la distanza tra le zone danneggiate del DNA, più a lungo la struttura resta unita. In tal modo, aumenta il tempo a disposizione della cellula per ripararla. Gli studiosi hanno ricostruito al computer la legge del tempo medio di rottura, un’informazione cruciale per capire l’efficacia dei processi di riparo. (Agenbio) Anna Lavinia 10:00