Roma, 26 ottobre 2023 (Agenbio) – Svelati i meccanismi molecolari alla base di una forma rapidamente progressiva di steatosi epatica (nota come “fegato grasso”) nelle donne in menopausa: la scoperta si deve al lavoro internazionale, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Medicine, coordinato dai ricercatori del Policlinico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano. Nonostante durante l’età fertile gli estrogeni proteggano le donne dalla steatosi epatica, si è visto che dopo la menopausa alcune pazienti presentano una forma più grave di questa malattia. Per chiarire questo aspetto, sono stati studiati da un lato più di 4mila pazienti e dall’altro una coorte di quasi 5mila donatori di sangue, utile a fornire dati di riferimento fondamentali per gli studi genetici e a definire le fasi subcliniche delle malattie.
Grazie a moderne tecniche di laboratorio, come sequenziamento genetico di nuova generazione, organoidi e CRISPR-Cas9, è stato possibile mettere in evidenza un’interazione specifica tra il sesso femminile e la variante genetica PNPLA3 p.I148M nel determinare l’insorgenza e la severità della malattia. Con le modificazioni ormonali e metaboliche legate alla menopausa, dunque, il rischio aumenta nelle donne portatrici della variante p.I148M, che causa un accumulo nelle gocce lipidiche delle cellule del fegato, portando a infiammazione e formazione di tessuto cicatriziale (o fibrosi epatica). (Agenbio) Cdm 11:00