Roma, 25 ottobre 2023 (Agenbio) – Uno studio dell’Università del Michigan, pubblicato su PLOS One, ha individuato un nuovo fattore, denominato fattore “d”, che potrebbe rappresentare la tendenza generale di una persona alla distrazione e potrebbe essere collegata al disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD).
Alcune ricerche hanno suggerito che la vulnerabilità a diversi tipi di distrazione potrebbe potenzialmente essere matematicamente catturata da un “fattore di distraibilità” generale. Per comprenderne meglio i diversi tipi e la loro potenziale relazione con l’ADHD, è stato chiesto a un totale di 1.220 partecipanti di completare un’ampia serie di questionari per valutare la loro tendenza a sperimentare diversi tipi di distrazione nella loro vita quotidiana, come difficoltà di concentrazione con la televisione accesa o il perdersi a fantasticare.
Dall’analisi delle risposte sono emersi tre fattori chiave distinti che potrebbero spiegare statisticamente i modelli osservati nei dati: distrazione esterna, pensieri invadenti indesiderati e vagabondaggio. Le relazioni statistiche tra questi tre fattori, secondo i ricercatori, potrebbero essere spiegate da un unico fattore di livello superiore, che hanno chiamato “fattore d”. Ulteriori analisi hanno mostrato forti collegamenti statistici tra questo fattore e i sintomi dell’ADHD. (Agenbio) Cdm 12:00.