Roma, 24 novembre 2023 (Agenbio) – Sapete quanti sono gli italiani che fumano? Il 25%. Ma questo dato non significa che a loro non importi della loro salute o che non facciano adeguata prevenzione. Anzi, circa la metà di essi è orientata attivamente alla prevenzione e il 42% si sottopone a controlli preventivi. Questa attenzione però sparisce o quasi se si parla di screening polmonare. Almeno secondo quanto rivelato dall’indagine svolta da Iqvia per Roche Italia. Se parliamo di tumore della mammella, del collo dell’utero e del colon retto nel nostro Paese esiste un programma di screening organizzato, ma così non è nel caso del tumore al polmone. Per questo motivo un anno fa è stato ideato un programma denominato Risp, Rete Italiana Screening Polmonare, che prevede l’esecuzione della Tac torace a bassa dose di radiazioni senza contrasto in diecimila persone a rischio, tra i quali gli accaniti fumatori. “Il tumore al polmone, quando diagnosticato in fase precoce anche grazie allo screening, è curabile con tassi di sopravvivenza a cinque anni fino all’80% a seconda dello stadio” ha spiegato Giulia Veronesi, direttrice del Programma di Chirurgia Robotica Toracica presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele. Eppure, per paura, sono in pochi a sottoporsi a screening polmonare, anche a causa della considerazione di cui gode la malattia, vista come un ostacolo insormontabile. (Agenbio) Des 13:00