Contro il traffico dei beni culturali

La Sapienza di Roma ha esposto reperti etruschi recuperati nella mostra “Caere. Storie di dispersione e di recuperi”

Roma, 30 novembre 2023 (Agenbio) – In occasione della Giornata internazionale contro il Traffico illecito di Beni Culturali dell’UNESCO, che si è celebrata il 14

novembre a partire dal 2020, l’Università di Roma La Sapienza ha deciso di organizzare un incontro in occasione del quale sono stati esposti per la prima volta dei reperti etruschi nella mostra “Caere. Storie di dispersione e di recuperi”, allestita presso il Museo e curata da Laura Michetti, direttrice del Museo delle Antichità etrusche e italiche del- la Sapienza, Claudia Carlucci del Polo Museale Sapienza, Alessandro Conti del Dipartimento di Scienze dell’Antichità e Rossella Zaccagnini della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale.

«Il recupero del patrimonio archeologico disperso è frutto di un lavoro di squadra paziente, fatto di ricerche e intuizioni, di ricostruzioni e confronti, che si arricchisce dell’esperienza e contributo di tante professionalità e quando finalmente le tessere del mosaico vanno al loro posto, abbiamo l’orgoglio di restituire alla pubblica fruizione reperti di valore storico assoluto» ha detto Laura Michetti.

All’incontro, oltre agli organizzatori della mostra, era presente la rettrice Antonella Polimeni, la quale ha spiegato che «il tema dell’esposizione è quello della dispersione del patrimonio archeologico, causata dagli scavi clandestini che affliggono l’intero territorio nazio- nale». Oltre a lei c’erano archeologi ed esponenti delle forze dell’ordine e di istituzioni. La rettrice ha sottolineato l’importanza del ruolo del Ministero della Cultura, dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio culturale, della Guardia di Finanza, i quali si sono impegnati e tutt’ora si impegnano nella tutela e nel recupero del patrimonio archeologico disperso, combattendo contro gli scavi clandestini svolti soprattutto nell’area del Lazio etrusco.

È importante menzionare, tra i vari reperti in mostra, un grande cratere a calice con figure rosse, gemello del “Cratere di Sarpedonte”, opera firmata da Euphronios, importante artista reco del VI secolo a.C.

Il Metropolitan Museum of Art di New York, che possedeva l’opera, l’ha restituita affidandola alla Sapienza dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale. Il cratere era stato concesso al museo newyorkese nel 1999, dopo essere stato sottratto alla necropoli di Greppe S. e dopo diversi passaggi di proprietà. Nel 2010 l’opera è rientrata in Italia grazie a una ricostruzione precisa e in seguito a un accordo tra le autorità italiane e americane. Ci sono poi 4 lastre di terracotta di produzione etrusca come testimonianze di pittura antica. Nell’agosto 2019 il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma le ha sequestrate prima che queste finissero nel mercato clandestino.

Per quanto riguarda il patrimonio archeologico sommerso e costiero dell’Etruria Meridionale, questo è tutelato grazie a ordinanze di interdizione e attraverso controlli condotti sulle navi e nei porti per prevenire il trasporto illegale di Beni Culturali anche all’estero.

La mostra rimarrà aperta fino al 28 febbraio 2024. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:30