Roma, 19 dicembre 2023 (Agenbio) – Secondo uno studio condotto da scienziati della Duke University, le nanoplastiche sono responsabili di un tipo di aggregazione proteica simile a quella presente da chi è affetto dal morbo di Parkinson.
Il team ha dimostrato che le nanoplastiche interagiscono con una proteina chiamata alfa si nucleina, che si trova di norma nei cervelli sani dove promuove la comunicazione neurale, ma che forma aggregati proteici insolubili in diverse patologie neurologiche, come appunto la malattia di Parkinson.
In questi casi, l’alfa sinucleina cambia e si ripiega male, creando accumuli chiamati fibrille che si instaurano nelle cellule nervose. I neuroni, che di norma riciclano la proteina, diventano incapaci di far fronte alle enormi quantità della sua forma patologica e muoiono.
Studiando nanoplastiche di polistirene, un polimero di plastica impiegato in utensili usa e getta, gli scienziati si sono accorti che queste particelle favorivano la formazione di fibrille di alfa sinucleina simili a quelle nel cervello affetto da Parkinson. L’interazione tra nanoplastiche e proteina è stata osservata in tre diversi modelli sperimentali: semplicemente in provetta, ma anche in colture di neuroni e in topi vivi.
Non solo le nanoplastiche si legano rapidamente alla proteina; promuovono il suo accumulo e creano fibrille che riescono a entrare nei neuroni in coltura e inceppare il loro meccanismo di pulizia dalle proteine di scarto. Quando nanoplastiche ed alfa sinucleina sono state iniettate nel cervello di topi sani, si sono formate fibrille nelle cellule nervose, proprio come si osserva nel Parkinson. Lo stesso è successo quando, in alcuni topi, sono state iniettate nanoplastiche da sole, senza alfa sinucleina. La ricerca è stata pubblicata su Science Advances. (Agenbio) Etr 13:00.