Roma, 2 gennaio 2025 (Agenbio) – Secondo uno studio condotto da ricercatori del National Institute of Child Health and Human Development di Bethesda, il test del DNA fetale o NIPT (Non invasive Prenatal Test), pensato per individuare precocemente la presenza di alcune anomalie cromosomiche nel feto può, in alcuni casi, rintracciare invece tumori non ancora diagnosticati nella madre. Partendo da studi precedenti che si erano concentrati su test del DNA fetale con valori anomali, il team guidato dalla genetista Diana Bianchi ha lanciato lo studio IDENTIFY (Incidental Detection of Maternal Neoplasia Through Non-invasive Cell-Free DNA Analysis), un progetto ancora in corso di cui sono stati però riportati risultati parziali, su pazienti con NIPT indecifrabile e feti apparentemente in salute che sono state sottoposte a risonanza magnetica total body, un esame senza controindicazioni in gravidanza. Su 107 di queste pazienti, 52 sono risultate avere il cancro. In 31 dei casi si trattava di linfoma, un tumore del sangue che probabilmente, proprio per la sede che interessa, diffonde più facilmente DNA anomalo nella circolazione sanguigna. Ma ci sono stati anche 9 casi di cancro del colon-retto e 4 di cancro al seno, oltre ad altri tipi di tumori più rari. Inoltre, tra i tumori solidi (non linfomi), 13 si trovavano allo stadio avanzato, con metastasi in altri tessuti. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine. (Agenbio) Etr 11.00