Roma, 03 gennaio 2025 (Agenbio) – Nel Mar Nero si teme il disastro ambientale per la fuoriuscita di combustibili fossili dalle navi russe affondate a metà dicembre dopo una violenta tempesta nello Stretto di Kerch. Ormai si parla di quasi 4mila tonnellate di petrolio che potrebbero essere finite in mare e che già ora si sono riversate sulle coste impattando, dai pesci agli uccelli, sulla fauna locale. Il combustibile sversato dalle navi è il mazut, residuo del petrolio pesante: le prime stime parlano di una contaminazione per almeno sessanta chilometri di costa nella regione di Krasnodar. “Il combustibile fuoriuscito sta già compromettendo l’ecosistema locale. Questo episodio evidenzia un problema ben più ampio: le attività della flotta ombra russa. La Russia impiega petroliere obsolete per esportare petrolio greggio e finanziare la guerra in Ucraina” ha affermato Greenpeace Ucraina, che segue da vicino la vicenda. Ad aggravare la situazione anche l’impossibilità attuale di ripulire le coste a causa delle condizioni meteo avverse. (Agenbio) Gta 12.00