Roma, 4 gennaio 2024 (Agenbio) – Un piccolo trial clinico condotto all’Università di Stanford, e descritto su Nature Medicine, dimostra le potenzialità di una nuova tecnica personalizzata di stimolazione cerebrale profonda per compensare i deficit cognitivi dovuti a un trauma cranico o ad altri eventi traumatici.
Per la sperimentazione, i ricercatori hanno reclutato cinque partecipanti affetti da un deterioramento cognitivo prolungato, con sintomi ancora presenti dopo due anni dalla lesione che lo aveva provocato.
I pazienti avevano un’età tra i 22 e i 60 anni e convivevano con i loro disturbi da molto tempo, tra i 3 e i 18 anni.
Gli scienziati hanno personalizzato la terapia posizionando i dispositivi per la stimolazione cerebrale profonda esattamente nelle aree del cervello danneggiate che variavano da persona a persona.
Una ricostruzione virtuale del cervello di ciascun paziente ha permesso di individuare la posizione e il livello di stimolazione del dispositivo in grado di riattivare le funzioni cerebrali intorpidite ma non del tutto compromesse.
Dopo una fase di rodaggio dell’impianto durata due settimane, i partecipanti hanno mantenuto acceso il dispositivo 12 ore al giorno per un periodo di 90 giorni al termine del quale sono stati sottoposti a un test per la valutazione delle funzioni cognitive che consisteva nel congiungere con delle linee una serie di lettere e numeri. In tutti i cinque casi analizzati, è stato osservato un miglioramento del 32 per cento nella velocità di esecuzione del test rispetto al 10 per cento atteso. (Agenbio) Etr 12:00.