Roma, 8 gennaio 2024 (Agenbio) – Uno studio dell’Università di Harvard, pubblicato su Scientific Reports, rivela un’associazione tra danni ai nervi uditivi e il rischio di soffrire di acufene. Secondo i risultati della ricerca, il disturbo nascerebbe quando il cervello tenta di compensare la riduzione degli input uditivi, amplificando i suoni in ingresso anche quando non ci sono.
I ricercatori americani si sono concentrati su pazienti affetti da tinnito ma altrimenti esenti da problemi uditivi. Dall’analisi approfondita dei nervi uditivi eseguita su 294 persone, è emerso che, nonostante si trattasse di soggetti con un udito perfettamente normale, esisteva un’associazione tra tinnito cronico e la presenza di danni a carico del nervo cocleare, un fenomeno che può essere legato all’invecchiamento così come all’esposizione prolungata a suoni particolarmente forti.
L’intensità del tinnito sperimentato dai partecipanti è risultata, inoltre, direttamente proporzionale al danno sostenuto dal nervo cocleare, e secondo i ricercatori si tratta di un fenomeno legato all’iperattivazione delle aree cerebrali responsabili dell’udito, che in qualche modo si trovano ad amplificare i suoni in ingresso per compensare i danni subiti dai nervi uditivi, generando così suoni fantasma quando ci troviamo in un ambiente particolarmente silenzioso. (Agenbio) Etr 11:00.