Roma, 8 gennaio 2024 (Agenbio) – Grazie al programma di sorveglianza condotto con risonanza magnetica o ecoendoscopia su 679 soggetti sani a rischio di carcinoma pancreatico per familiarità, un’équipe formata da ricercatori dall’ateneo di Verona e dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano è riuscita a individuare 8 carcinomi pancreatici e una lesione pre-tumorale, in soggetti asintomatici, che non avrebbero ricevuto diagnosi se non in fase sintomatica, conclamata, di malattia.
«Degli 8 carcinomi pancreatici – spiega Salvatore Paiella, docente di Chirurgia generale all’università scaligera – ben 3, quindi circa il 40 per cento, erano in stadio precoce, percentuale molto alta, e molto distante dalla pratica clinica dove è inferiore al 5 per cento, e ben 5 erano “resecabili” alla diagnosi, cioè erano aggredibili chirurgicamente, anche qui il dato storico della pratica clinica è di circa il 20 per cento. Il follow-up è ancora molto breve per potere sperare che questi interventi chirurgici e queste diagnosi precoci possano aver impattato positivamente sulla sopravvivenza. Ma di sicuro, più precoce è la diagnosi, migliore è la prognosi». I risultati dello studio sono stati pubblicati su The American Journal of Gastroenterology. (Agenbio) Etr 09:00.