Roma, 12 gennaio 2024 (Agenbio) – L’esposizione a nanoparticelle da traffico veicolare in contesti urbani può generare risposte pro-infiammatorie nell’epitelio polmonare anche se le concentrazioni di materiale particolato fine, le cosiddette polveri sottili, sono basse: è emerso da uno studio condotto e coordinato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche, in collaborazione con le Università ‘Bicocca’ e ‘La Statale’ di Milano, l’Università ‘Sapienza’ di Roma, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, e pubblicato su Scientific Reports (Nature).
“La metodologia, da noi messa a punto nel 2017 per la prima volta, si basa sull’esposizione diretta di cellule bronchiali umane in campo (laddove è possibile caratterizzare online il PM2.5, in questo caso in Pianura Padana), ed è stata sviluppata per studiare gli impatti sulla salute alle basse concentrazioni di particolato fine”, spiega Francesca Costabile, ricercatrice Cnr-Isac.
Secondo quanto emerso, esiste una significativa probabilità che le risposte pro-ossidative e infiammatorie possano essere alte (accrescendo, quindi, il rischio di malattie polmonari) a concentrazioni molto basse di PM2.5 se queste sono accompagnate da alte concentrazioni di nanoparticelle e composti tossici. (Agenbio) Cdm 12:00.