Roma, 18 gennaio 2024 (Agenbio) – Le stagioni hanno la capacità di alterare le emozioni influenzando il nostro cervello. Della questione si è occupato un articolo pubblicato sulla rivista Perspectives on Psychological Science, anche per comprendere i modi attraverso cui ciò avviene. L’inverno, ad esempio, è lungo e gennaio può rappresentare un mese buio per molti. L’esistenza della depressione invernale nota come “disturbo affettivo stagionale” (Sad) è ormai conosciuta. Tra i sintomi tristezza e ansia, che, se persistenti, possono spingere una persona a un senso di disperazione e inutilità con diminuzione dell’energia, voglia di mangiare tanto e dormire troppo. Lo stato malinconico generico è chiamato winter blues e si ritiene sia particolarmente diffuso. Significativa è la ricerca della Cornell University di Ithaca che nel 2010 ha analizzato il contenuto di 509 milioni di tweet provenienti da 84 paesi. È venuto fuori che con l’accorciarsi delle giornate i toni dei post erano accompagnati da sempre meno parole positive. Il variare della lunghezza delle giornate durante l’anno influenza anche la funzione neuroendocrina. D’altra parte, è stato provato che l’alternanza delle stagioni condiziona in maniera significativa le funzioni cognitive del cervello umano, tant’è che si è ipotizzato accada lo stesso anche per l’umore. Con rilevanza anche sui nostri desideri sessuali e sulla nostra attività sociale. (Agenbio) Des 13:00