Roma, 25 gennaio 2024 (Agenbio) – Da una ricerca firmata da studiosi delle università di Padova, Berlino e Bordeaux e dell’Istituto oncologico veneto (Iov) di Padova, emerge che a fare la differenza nella diagnosi e nel trattamento del glioblastoma è la sua localizzazione.
Se la neoplasia si sviluppa in aree ad alta densità di fibre, la sopravvivenza del paziente dal momento della diagnosi è più breve; al contrario, quando il glioblastoma si localizza in regioni cerebrali a bassa densità di fibre, la prognosi è migliore.
Oltre ai neuroni, nel cervello si trova il connettoma, ovvero l’insieme delle fibre che collegano le varie aree cerebrali. Lo studio dimostra che la prognosi dipende dalla densità di connessioni strutturali nell’area di sviluppo del cancro.
Grazie allo studio, pubblicato su Jama Neurology, è stato messo a punto un sistema in grado di calcolare, come ha spiegato Maurizio Corbetta, docente di Neurologia presso l’Università di Padova, «un indice di densità delle fibre di sostanza bianca dove cresce il tumore senza necessità di esami specifici, ma soltanto partendo dalla risonanza magnetica cerebrale che tutti i pazienti eseguono prima dell’intervento chirurgico». (Agenbio) Etr 12:00.