Roma, 1° marzo 2024 (Agenbio) – Uno studio coordinato da Gian Paolo Fadini, Principal Investigator dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) e Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università di Padova, e pubblicato su The Lancet Regional Health Europe, dimostra i benefici di Dapagliflozin, un inibitore del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2i), sulla funzione renale dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 (T2D) valutati in un contesto clinico routinario.
Utilizzando un metodo di appaiamento basato sui propensity score, i ricercatori hanno selezionato due gruppi di pazienti con caratteristiche simili. I risultati hanno mostrato che l’inizio del trattamento con Dapagliflozin ha portato a un miglioramento significativo della funzione renale rispetto all’inizio di altri farmaci.
In particolare, è stato osservato un rallentamento del declino della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) nel gruppo trattato con Dapagliflozin rispetto al gruppo di controllo. Questo effetto positivo è stato mantenuto nel tempo durante un periodo di osservazione medio di 2,5 anni, che in alcuni pazienti arrivava anche a 5 anni.
Inoltre, è stato riscontrato un significativo decremento dell’albuminuria, un marcatore di danno renale, entro i primi 6 mesi dall’inizio del trattamento con Dapagliflozin, che si è mantenuto più basso per tutto il periodo di osservazione rispetto a coloro che hanno utilizzato altri farmaci. (Agenbio) Etr 10:00.