Roma, 1° marzo 2024 (Agenbio) – Grazie a uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Padova, pubblicato su Nature Communications, è stata individuata una metodologia efficace e sostenibile in grado di predire le proprietà ottiche delle nanoleghe in modo accurato tramite l’uso del computer. In questo modo, non si è più costretti a realizzare le nano leghe per conoscerne le proprietà di interazione con la luce, risparmiando così tempo e risorse preziose.
In futuro, le proprietà ottiche dei nanomateriali ci aiuteranno a convertire la luce solare in energia o in prodotti chimici di alto valore, senza inquinare l’ambiente, ma anche a curare malattie come il cancro o l’Alzheimer, a diagnosticare le malattie stesse in anticipo, con costi bassi e accessibili a tutti.
«La validità della metodologia è stata verificata prendendo come riferimento sia leghe ben note (Au-Ag) che altre nanoleghe particolarmente interessanti perché costituite da metalli nobili come l’oro e metalli abbondanti in natura ma dotati di proprietà magnetiche e catalitiche come il cobalto e il ferro – spiega Vincenzo Amendola, professore del dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Padova -. Queste nanoleghe, dette “magneticheplasmoniche” per le proprietà dei due costituenti, rientrano nella categoria dei nanomateriali difficili da sintetizzare dal momento che elementi come l’oro e il ferro o il cobalto non si mescolano spontaneamente in condizioni ordinarie. Infatti, è stato possibile ottenere questi composti tramite una tecnica di sintesi basata sull’ablazione laser di una lamina bimetallica immersa in un liquido, sfruttando le competenze avanzate del mio laboratorio in questo ambito».
Lo studio rappresenta un punto di partenza per l’individuazione di nuove nanoleghe con proprietà ottiche specifiche necessarie per applicazioni nella conversione dell’energia solare piuttosto che nella rilevazione delle proteine e della loro struttura, o di fenomeni esotici e ancora poco investigati come la manipolazione dei fotoni con campi magnetici e viceversa tramite i nanomateriali, che aprirebbe la strada a computer ultraveloci e a nuove categorie di dispositivi ottici ultratecnologici. (Agenbio) Etr 09:00.