Roma, 4 marzo 2024 (Agenbio) – Un team di scienziati della Colorado State University, esperti di ecologia microbica, ha pubblicato su Nature Microbiology uno studio in cui analizza una rete di microrganismi spazzini che agisce sui corpi dopo la morte con tempi e modalità sempre uguali, a prescindere dal luogo e dalla stagione del decesso.
Il modus operandi di questa ventina di funghi e batteri può rivelarsi un valido indizio per determinare il momento della morte.
I ricercatori hanno seguito le prime tre settimane di decomposizione di 36 corpi umani, studiando il processo nelle quattro diverse stagioni e identificando sempre gli stessi 20 microrganismi decompositori in tutti i corpi e nel suolo in cui riposavano, che si sono mostrati secondo tempi prevedibili a prescindere, per esempio, dalle condizioni di temperatura e umidità.
Analizzando i “necrobiosi” di corpi e terreno, gli scienziati hanno mappato questa rete di interazioni, individuando così una sorta di catena di montaggio della digestione e del riciclo di alcuni componenti.
Elaborando i dati raccolti con sistemi di machine learning, è stato possibile risalire al giorno della morte dei deceduti basandosi sui tempi dell’attività dei microrganismi studiati: il modello è riuscito a centrare il periodo di tre giorni entro i quali è avvenuta la morte. (Agenbio) Etr 09:00.