Roma, 4 marzo 2024 (Agenbio) – Dei 186 lupi trovati morti in Italia tra il 2018 e il 2022, ben 115 (il 62 per cento) sono risultati positivi al test per la presenza di Anticoagulanti Rodenticidi di seconda generazione: veleno per topi. In gran parte dei casi i lupi sono deceduti per altre cause, ma il dato – riportato dai ricercatori dell’Università di Bologna in un articolo su Science of the Total Environment – mostra che queste sostanze topicide si diffondono in natura fino ad arrivare ai vertici della catena alimentare.
«Abbiamo preso in considerazione un grande predatore all’apice della piramide alimentare, dimostrando come la diffusa positività agli Anticoagulanti Rodenticidi sia il sintomo della penetrazione di queste sostanze nelle reti trofiche, coinvolgendo l’ambiente e l’ecosistema – spiega Carmela Musto, assegnista di ricerca al Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna e prima autrice dello studio -. I nostri risultati indicano che le pratiche di controllo dei roditori basate sull’uso di composti chimici non sono realmente selettive, ma determinano anzi una contaminazione importante di altre specie, spesso protette o con uno stato di conservazione non sempre ottimale».
«Questi risultati ci dicono che i lupi hanno un’ecologia alimentare più complessa di quanto precedentemente immaginato – aggiunge Musto -. Probabilmente, gli individui che vivono in ambienti antropizzati basano una parte importante della propria dieta sui roditori, come i ratti o le nutrie, e questo li espone al rischio di contaminazione da anticoagulanti». (Agenbio) Etr 11:00.