ROMA. “Il progetto ‘Farmacia dei Servizi’? Un’attività che pare potersi trasformare in un gran bazar del tuttofare”. Lo sostiene il sen. Vincenzo D’Anna, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Biologi (FNOB), esprimendosi, in tal senso, “una volta appreso, dalla stampa, che si paventa la possibilità che i titolari delle ventimila farmacie sparse un po’ in tutta Italia, possano acquisire anche spazi extra (anche in consorzi tra le medesime) al cui interno svolgere una vasta gamma di attività propedeutiche oppure tipicamente sanitarie”.
Tra queste, sottolinea preoccupato il rappresentante dei Biologi italiani, anche “l’esecuzione di analisi cliniche con metodi estemporanei e credo poco attendibili, detti in ‘autoanalisi’. Tali prestazioni, infatti, devono essere eseguite su sangue capillare (gocce), direttamente dal paziente il quale però dovrebbe munirsi, acquistandola ovviamente in farmacia, della specifica confezione contenente il kit per le analisi ‘fai da te’. Il farmacista o chi per lui, potrebbe assisterlo solo qualora l’utente non fosse in grado di poter eseguire autonomamente, magari per impedimento fisico, tale tipo di autoanalisi”.
Insomma, accusa D’Anna: “siamo davvero alla confusione più totale con i retrobottega delle farmacie trasformati, come d’incanto, in improvvisati laboratori di analisi privi di autorizzazione sanitaria e dei necessari requisiti di legge”. Luoghi in cui, rincara la dose il presidente della FNOB: “vengono eseguiti test da persone – farmacisti compresi – sprovviste di titoli professionali”.
Da qui la segnalazione “al Ministero della Salute, ai Nas dei carabinieri ed alla FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani, ndr) stessa” affinché “intervengano per impedire che altri professionisti sanitari (pensiamo ai medici, ai biologi laboratoristi ed ai tecnici di laboratorio) si vedano defraudati delle proprie specifiche competenze professionali, nel mentre i cittadini rischiano di ottenere un servizio sostitutivo di quello eseguito a regola d’arte e che richiede titoli e capacità specifiche oltre ad organizzazione e requisiti strutturali e tecnologici in grado di assicurare la piena attendibilità diagnostica”.
Come se non bastasse, rilancia ancora D’Anna: “l’illegittimo ampliamento del novero degli analisti, determinato con una semplice circolare della Direzione del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute, include anche test genetici ad alta complessità di esecuzione!!”. “La tutela della salute non può essere garantita con surrogati di attività e senza i requisiti richiesti” conclude il rappresentante dei Biologi.