Roma, 13 marzo 2024 (Agenbio) – Nuove scoperte hanno dimostrato il legame tra l’età del padre e il rischio di malattie rare congenite della prole, come malformazioni ossee o cardiache. Ad evidenziarlo è stata una ricerca dell’Università Johannes Kepler Gruberstrasse in Austria che ha esaminato la correlazione tra l’età del genitore e il rischio di sviluppare malattie congenite. Il legame tra queste e l’età dei padri era già noto alla letteratura scientifica, ma adesso il gruppo di lavoro ha dimostrato che determinate mutazioni genetiche sono più frequenti se aumenta l’età paterna. La ricerca che è stata pubblicata su “Genome Biology and Evoloution” (GBE), ha impegnato gli studiosi nell’analisi della frequenza delle variazioni genetiche. I ricercatori austriaci hanno raccolto (in modo anonimo) il liquido seminale di uomini tra i 23 e 59 anni e hanno scoperto che la variante FGFR3 associata all’acondroplasia (comune forma di nanismo) aumentava con l’età del donatore. Anche Il disturbo scheletrico grave come la displasia tanatofora dove la cassa toracica e gli arti sono estremamente piccoli, era collegato fortemente all’età del genitore. Alla luce della scoperta di questo particolare legame, Irene Tiemann-Boege alla guida del team di ricerca spiega che «anche i giovani papà sono associati a mutazioni dei bambini. Nei prossimi step sarà interessante capire quali sono gli aspetti da considerare per stabilire le percentuali di rischio di trasmettere determinate malattie congenite». (Agenbio) 11:00 Anna Lavinia