Roma, 26 marzo 2024 (Agenbio) – Un fungo secolare, usato in Asia per fermentare sakè e altri amidi, potrebbe essere l’innovativo alimento del nostro futuro. A questa conclusione sono arrivati alcuni scienziati della UC Berkeley, del Joint BioEnergy Institute e del Novo Nordisk Foundation Center for Biosustainability che hanno elevato la muffa kojj (Aspergillus oryzae) a nuova fonte di cibo. La ricerca pubblicata su Nature Communications è frutto degli innovativi progressi tecnologici dell’ingegneria genetica che sfrutta i microrganismi per produrre cibo sostenibile per l’ambiente e per gli animali. I funghi inoltre contengono molecole benefiche e gustose, proteine, grassi e numerosi antiossidanti. Nuove possibilità, sapori e consistenze si apriranno con i microrganismi vegetali. Gli scienziati stanno cercando di avere maggiori informazioni sui funghi per migliorare prodotti già presenti in natura senza sprechi e ulteriori consumi. «Penso che sia un aspetto fondamentale della biologia sintetica il fatto che stiamo traendo vantaggio da organismi che si sono evoluti per essere davvero efficienti in certe cose» ha affermato Hill-Maini, ricercatore. Il team di ricerca al fine di riuscire negli obiettivi prefissati e sviluppare un sistema di editing genico sulla muffa koji, ha utilizzato un sistema ben strutturato denominato CRISPR-Cas9. Si è prima concentrato sull’aumento della produzione di eme (molecola a base di ferro) e poi di ergotioneina (antiossidante naturale) che ha benefici cardiovascolari. (Agenbio) Anna Lavinia 11:00