I cambiamenti climatici contribuiscono alla distribuzione di flebotomi

Roma, 30 marzo 2024 (Agenbio) – Quando si parla di artropodi vettori di malattie infettive, il pensiero corre subito a zanzare e zecche. Tuttavia, esiste un terzo vettore meno conosciuto ma altrettanto rilevante: il flebotomo. Questi piccoli insetti, caratterizzati da ali pelose, appartengono alla sottofamiglia Phlebotominae e si trovano principalmente in climi caldi e tropicali. Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici, la loro distribuzione geografica sta cambiando e stanno iniziando a comparire in nuove regioni europee. Attivi soprattutto durante il crepuscolo, i flebotomi femmina si nutrono del sangue di mammiferi, favorendo così la trasmissione di virus e parassiti che causano malattie come la meningite estiva e la leishmaniosi, patologie che colpiscono sia gli esseri umani che gli animali. La leishmaniosi è una malattia tropicale negletta, riconosciuta come tale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e ogni anno si registrano tra i 700.000 e il milione di nuovi casi. La malattia può provocare gravi complicanze di salute e, in assenza di cure, portare alla morte.

Il progetto CLIMOS ha come obiettivo sensibilizzare il pubblico riguardo ai flebotomi, alle malattie che trasmettono e alle strategie per prevenire la loro diffusione. Per questo, il consorzio ha organizzato un’Assemblea Generale di quattro giorni a Belgrado, ospitata dall’Istituto di Ricerca Medica dell’Università di Belgrado. Durante l’incontro, i partner hanno condiviso i risultati ottenuti nei siti di monitoraggio dei flebotomi in 12 Paesi e le strategie per sfruttare i dati raccolti dalle trappole. Questi sforzi sono cruciali per lo sviluppo di un Sistema di Allarme Precoce (EWS) e per il perfezionamento degli strumenti di monitoraggio.

Il monitoraggio sul campo dei flebotomi è stato effettuato come previsto in 11 Paesi (Portogallo, Italia, Turchia, Israele, Francia, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Croazia, Slovenia e Spagna), con dati aggiuntivi provenienti dalla Grecia. Attualmente, si stanno completando le identificazioni delle specie di flebotomi, con risultati preliminari che suggeriscono nuovi record in vari Paesi. È stato condotto uno studio sulla sieroprevalenza canina in diversi Paesi, mentre lo screening per la rilevazione di Leishmania e flebovirus è in corso. I protocolli per il rilevamento dei patogeni trasmessi dai flebotomi sono stati seguiti e verificati tramite un controllo esterno di qualità (EQA), che ha coinvolto tutti i partner. Sono stati eseguiti esperimenti per testare la competenza vettoriale di tre specie di flebotomi (Phlebotomus perniciosus, P. tobbi, P. perfiliewi) e i risultati hanno confermato che alcune specie sono competenti per trasmettere specifici patogeni. Sono previsti ulteriori esperimenti con altre specie di flebotomi, come Sergentomyia minuta e P. mascittii.

Il progetto ha anche testato molecole semiochimiche per attrarre i flebotomi in nuove trappole adesive, con test in laboratorio e sul campo. Inoltre, sono in corso gli sviluppi di nuovi antigeni salivari da utilizzare come marcatori per l’esposizione ai flebotomi, utilizzando sieri di cani provenienti da due regioni endemiche della Turchia per sviluppare marcatori specie-specifici.

CLIMOS sta anche raccogliendo dati su fattori climatici come temperatura, precipitazioni e umidità del suolo, per comprendere meglio come questi possano influenzare la distribuzione dei flebotomi. I dati vengono sottoposti a un rigoroso processo di pre-elaborazione per garantirne la qualità e l’affidabilità. Questa fase prepara il terreno per l’analisi e la modellazione dei dati, che porteranno alla prima iterazione del Sistema di Allarme Precoce di CLIMOS.

Inoltre, il progetto ha discusso e valutato l’implementazione di sensori ambientali in nove Paesi, con il supporto di modelli di intelligenza artificiale (AI) che saranno utilizzati nell’EWS. La distribuzione di sensori in altri Paesi, la raccolta di dati e la convalida dei modelli sono tra i passi successivi previsti. Parallelamente, CLIMOS ha avviato workshop per analizzare i fattori che potrebbero influenzare l’adozione di un Sistema di Allarme Precoce basato su modelli climatici, nonché per sviluppare scenari futuri legati alla diffusione delle malattie trasmesse dai flebotomi. Questi workshop hanno anche esplorato la valutazione costi-benefici, che servirà a orientare le politiche sanitarie per ridurre l’impatto delle malattie legate al cambiamento climatico.

Il progetto ha invitato esperti come il dottor Luigi Sedda dell’Università di Lancaster a fornire consulenze scientifiche, e ha condiviso i progressi del piano di gestione dei dati, che include la raccolta, l’elaborazione, la condivisione e la conservazione dei dati, rispettando rigorosi standard etici.

Infine, con l’espansione dei flebotomi verso nuove regioni a causa del cambiamento climatico, la minaccia di malattie come la leishmaniosi sta aumentando. CLIMOS sta intensificando le attività di sensibilizzazione attraverso video educativi, podcast e una rete di stakeholder per affrontare la diffusione delle malattie trasmesse dai flebotomi, lavorando anche con le comunità locali per co-creare scenari di rischio e migliorare la consapevolezza, specialmente nelle nuove aree dove queste infezioni sono ancora poco riconosciute. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00