Roma, 9 aprile 2024 (Agenbio) – I salti di specie dei virus da uomo ad altri animali (antroponosi) rappresentano circa il doppio di quelli che si verificano da animale a uomo (zoonosi).
A dirlo è una ricerca dello University College London sui genomi virali, i cui risultati potrebbero avere importanti implicazioni anche nello studio delle malattie infettive che colpiscono l’uomo.
Per studiare i meccanismi alla base della zoonosi, i ricercatori hanno esaminato 12 milioni di sequenze di genomi virali e, a partire da questi dati, hanno cercato quali segmenti di virus avessero subito mutazione nei salti di specie per risalire quindi alla trafila che hanno seguito nel passaggio da una specie all’altra. Se un virus umano riesce a penetrare in una specie animale, questo rappresenta un rischio non solo per la conservazione della specie infetta, ma a catena può determinare anche una serie di rischi per l’uomo.
Se a essere infettata è una specie legata in qualche modo all’alimentazione umana, ad esempio, si potrebbero avere problemi di insicurezza alimentare, soprattutto qualora fossero necessari abbattimenti di massa per limitare la circolazione del virus. Ma soprattutto, in caso di passaggio di virus da uomo ad animale, si potrebbe innescare un circolo vizioso per cui, anche una volta sradicato il virus negli uomini, la sua sopravvivenza in altre specie animali potrebbe rendere possibile un nuovo salto di specie, da animale a umano. Ciò significa che il virus potrebbe infettare nuovamente l’uomo. (Agenbio) Etr 11:00.