Roma, 9 aprile 2024 (Agenbio) – Un nuovo studio genetico pubblicato sulla rivista Nature Communications, e condotto dai ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova in collaborazione con il dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, l’Università Griffith di Brisbane (Australia), l’Istituto Max Planck di Jena (Germania) e l’Università di Torino, identifica il luogo che ospitò tutte le popolazioni non africane e servì da hub per la colonizzazione di Eurasia, Oceania e Americhe.
Gli antenati di tutti gli attuali Eurasiatici, Americani e Oceanici emigrarono dall’Africa tra 70 e 60 mila anni fa. Dopo aver raggiunto l’Eurasia, questi primi coloni non si spinsero immediatamente a colonizzarla nella sua interezza ma si stabilirono per alcuni millenni in un’area presumibilmente circoscritta, formando una popolazione omogenea. Questo evento, datato circa 45 mila anni fa, pose le basi per la divergenza genetica tra gli attuali Europei e i popoli Est Asiatici.
«In questo lavoro di ricerca abbiamo utilizzato un nuovo approccio genetico e abbiamo identificato nelle popolazioni antiche e moderne dell’altopiano persiano delle tracce genetiche che assomigliano alle caratteristiche della popolazione hub, individuando quindi l’area come la probabile patria di tutti i primi eurasiatici – spiega Leonardo Vallini del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e primo autore dello studio –. La parte più complessa della nostra ricerca è stata quella di districare i vari strati di informazione costituiti da 45mila anni di movimenti e mescolanze di popolazioni avvenute dopo l’insediamento dell’hub».
La ricerca multidisciplinare ha indagato anche le caratteristiche paleoecologiche dell’area, indicando come già all’epoca presentasse condizioni ambientali adatte all’occupazione umana, e potenzialmente in grado di sostenere una popolazione più numerosa rispetto ad altre parti dell’Asia occidentale. (Agenbio) Etr 13:00.