Roma, 9 aprile 2024 (Agenbio) – Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un’alternativa plastica biodegradabile a base di alghe, riuscendo a misurarne a livello di micro particelle la capacità di scomparire nel compost.
Per testarne la biodegradabilità, il team ha macinato il prodotto in fini microparticelle e ha utilizzato tre diversi strumenti di misurazione per confermare che, una volta collocato in un compost, il materiale veniva digerito completamente dai microbi.
Il primo strumento è stato un respirometro, impiegato per misurare il livello di anidride carbonica rilasciata dai microbi durante la scomposizione del compost. I risultati sono stati confrontati con la degradazione della cellulosa, che è considerata lo standard industriale della biodegradabilità totale. Il polimero di origine vegetale corrispondeva alla cellulosa quasi al 100%.
Il secondo metodo è consistito nella flottazione idrica: poiché la plastica non è solubile in acqua e galleggia, può essere facilmente rimossa dalla superficie. A intervalli di 90 e 200 giorni, quasi il 100% delle microplastiche a base di petrolio veniva recuperato, il che significa che nessuna era biodegradata. D’altro canto, dopo 90 giorni, solo il 32% delle microplastiche a base di alghe è stato recuperato, dimostrando che più di due terzi di erano biodegradate. Dopo 200 giorni, solo il 3% è stato recuperato, indicando che il 97% era scomparso.
L’ultima misurazione ha coinvolto l’analisi chimica tramite gascromatografia/spettrometria di massa (GCMS), che ha rilevato la presenza dei monomeri utilizzati per produrre la plastica, indicando che il polimero si stava scindendo nei suoi materiali vegetali di partenza. La microscopia elettronica a scansione ha inoltre mostrato come i microrganismi colonizzano le microplastiche biodegradabili durante il compostaggio. (Agenbio) Etr 10:00.