Roma, 12 aprile 2024 (Agenbio) – Le vaste aree periurbane del pianeta, transizione tra le periferie e la campagna, spesso degradate o inutilizzate, potrebbero ospitare tra 106 e 241 miliardi di alberi. Escludendo le zone attualmente coltivate, potrebbero trovare spazio foreste periurbane con una quantità stimata tra 34 e 101 miliardi di alberi. Riduzione delle emissioni di CO2, miglioramento della qualità dell’aria e conservazione della biodiversità sarebbero alcuni dei principali benefici garantiti da questi nuovi polmoni verdi.
Lo rivela uno studio pubblicato su Nature Cities da un team interdisciplinare di studiosi della Fondazione per il Futuro delle Città, dell’Università di Firenze e dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
Utilizzando dati satellitari, il gruppo di ricerca è riuscito a identificare con una risoluzione di 500 metri e a livello globale le aree disponibili in una fascia di 10 chilometri dalle città. Emerge come in soli 20 Paesi potrebbe crescere il 78% delle foreste periurbane.
«Se da una parte la riforestazione in aree degradate e inutilizzate delle città ha come primo impatto la rimozione della CO2 dall’atmosfera, – spiega Guido Caldarelli, professore di Fisica all’Università Ca’ Foscari Venezia – non si devono sottovalutare gli effetti secondari che consistono in un temperamento del clima all’interno delle aree urbane con conseguente riduzione di spese di termoregolazione in estate e inverno, in un miglioramento del clima urbano, della salute dei cittadini e della qualità del suolo, che consente, per esempio, di assorbire con minori traumi eventi atmosferici estremi e limitare danni e costi per la collettività». (Agenbio) Etr 10:00.