Roma, 18 aprile 2024 (Agenbio) – L’uso dei farmaci beta-bloccanti non ridurrebbe il rischio di morte o di infarto miocardico nei pazienti colpiti da questa patologia. A ridimensionare l’efficacia della terapia, ritenuta uno dei pilastri nella cura di eventi cardiovascolari, è lo studio REDUCE-AMI pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato al congresso dell’American College of Cardiology ad Atlanta.
Lo studio REDUCE-AMI, randomizzato, multicentrico e “in aperto”, ha valutato l’efficacia della terapia con beta-bloccanti in 5.020 pazienti con età media di 65 anni, con infarto miocardico acuto trattati con angioplastica e con una normale funzionalità contrattile del muscolo cardiaco. La ricerca, condotta da settembre 2017 a maggio 2023 in 45 centri in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha confrontato il decorso clinico del gruppo dei pazienti ai quali era stata prescritta una terapia con beta-bloccanti rispetto a quelli trattati senza questi farmaci.
I risultati hanno mostrato che, a circa 3 anni e mezzo dall’inizio dello studio, l’incidenza di decessi e di un secondo infarto non sono stati significativamente differenti nei due gruppi. Non sono state registrate differenze di rilievo neanche nel numero di ospedalizzazioni per fibrillazione atriale, per insufficienza cardiaca, ictus o per interventi di impianto di un pacemaker. (Agenbio) Etr 11:00.