Lo studio, di cui pubblichiamo l’abstract, è stato realizzato da Filomena Mottola, Ilaria Palmieri, Maria Carannante, Angela Barretta, Shubhadeep Roychoudhury e Lucia Rocco.
La fertilità maschile può essere influenzata dallo stress ossidativo (OS), che si verifica in presenza di uno squilibrio tra la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e la capacità dell’organismo di neutralizzarle.
L’OS può danneggiare le cellule e influenzare la produzione di sperma. L’alto livello di perossidazione lipidica è stato collegato alla ridotta motilità degli spermatozoi e alla ridotta capacità di fecondazione. Questa revisione della letteratura prende in esame i biomarcatori più comunemente usati per misurare il danno spermatico causato dai ROS, come ad esempio l’alto livello di OS nel plasma seminale quale indicatore di squilibrio nell’attività antiossidante.
I biomarcatori studiati includono l’acido 8-idrossi-2-deossiguanosina (8-OHdG), un marcatore del danno DNA causato dai ROS e dagli isoprostanoidi F2 (8-isoprostani) prodotti dalla perossidazione lipidica. Inoltre, questa recensione si concentra su metodologie recenti tra cui i polimorfismi NGS e le analisi dei geni differenzialmente espressi (DEG), nonché dei meccanismi epigenetici legati ai ROS durante la spermatogenesi insieme a nuove metodologie sviluppate per valutare i biomarcatori dell’OS.
Questa recensione affronta una preziosa visione dei meccanismi dell’infertilità maschile forniti da progressi legati a nuove possibilità di trattamento.
Nel complesso, l’uso di biomarcatori per valutare l’OS nell’infertilità maschile ha fornito approcci diagnostici e terapeutici innovativi e ha migliorato la nostra comprensione dei meccanismi dell’infertilità maschile.