Roma, 6 maggio 2024 (Agenbio) – Il tumore della cervice uterina, conosciuto per lo più come cancro al collo dell’utero, rappresenta la quinta neoplasia più frequente nella fascia giovanile. Ogni anno in Italia i casi sono circa 2.500, come svelato dal report “I numeri del cancro in Italia 2023”, a cura, tra gli altri, dell’Associazione italiana registri tumori e dell’Associazione italiana di oncologia medica. La sopravvivenza a cinque anni è del 68%. Questo tipo di tumore è causato da un’infezione da papillomavirus umano (Hpv), che si trasmette per via sessuale ed è molto frequente soprattutto nei giovani. Se la maggior parte delle infezioni regredisce in via spontanea, laddove invece persiste si formano lesioni del collo dell’utero, che possono evolvere in cancro. I fattori di rischio? Inizio precoce dell’attività sessuale e partner sessuali multipli, ma anche l’uso prolungato di contraccettivi orali, una dieta povera di frutta e verdura e l’obesità. Per quanto riguarda i sintomi, un campanello d’allarme è il sanguinamento vaginale, in particolar modo dopo un rapporto sessuale, che può essere accompagnato da secrezioni maleodoranti, oltre alla presenza di dolore nella parte bassa dell’addome. Un’arma preventiva a nostra disposizione è il vaccino Papillomavirus oltre – naturalmente – a regolari controlli ginecologici. Per la diagnosi il test di riferimento è il Pap-test mentre per il trattamento dipende soprattutto dallo stadio della neoplasia al momento della diagnosi, ma anche dallo stato di salute della paziente. Spesso sono combinati più trattamenti per ottenere una maggiore efficacia. (Agenbio) 10:00 Des