Roma, 9 maggio 2024 (Agenbio) – Una ricerca dell’Università del New South Wales, a Sydney, pubblicata su Neurology, mostra la relazione esistente fra patologie cardiache e rischio di danni cerebrovascolari non evidenti clinicamente.
Lo studio mette in luce la prevalenza di alterazioni cerebrovascolari silenti (SBI) e malattia dei piccoli vasi cerebrali (CSVD) in adulti affetti da fibrillazione atriale, malattia coronarica, insufficienza cardiaca o cardiomiopatia, malattia valvolare cardiaca e forame ovale pervio.
I ricercatori hanno esaminato 221 studi osservazionali, scoprendo che il 36% dei pazienti con fibrillazione atriale presentava SBI, il 25% lacune, il 62% iperintensità della sostanza bianca (white matter hyperintensity, WMH) e il 27% microemorragie.
Dai risultati è emerso anche che non c’erano differenze significative nella prevalenza di SBI fra soggetti con e senza ictus recente, il che suggerisce che le patologie cardiache potrebbero influenzare il rischio di alterazioni cerebrovascolari silenti.
Lo studio, inoltre, evidenzia l’associazione fra età avanzata e ipertensione con una maggiore prevalenza di SBI e WMH, fattori che possono aumentare il rischio di danni cerebrali nei pazienti con malattie cardiache. (Agenbio) Cdm 09:00.