Roma, 10 maggio 2024 (Agenbio) – Uno studio del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in collaborazione con l’istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, pubblicato sulla rivista Hydrobiologia, evidenzia come la massiccia invasione nella Laguna di Venezia da parte di Mnemiopsis leidyi, una specie nota come noce di mare, abbia provocato l’aumento della temperatura delle acque.
La ricerca, inoltre, dimostra l’impatto negativo di questa specie sulla piccola pesca tradizionale lagunare svolta con i cogolli.
«L’approccio interdisciplinare utilizzato in questo lavoro – spiega Alberto Barausse dell’Università di Padova, coordinatore dello studio – ha permesso di indagare a fondo il problema della noce di mare: la conoscenza ecologica locale dei pescatori ci ha permesso di ricostruire le fasi temporali dell’arrivo della specie in Laguna attorno al 2010 e della successiva esplosione demografica dal 2014.
Successivamente, la modellazione statistica ha chiarito come tale esplosione demografica coincida con un aumento significativo della temperatura delle acque lagunari. Infine, un’analisi delle serie temporali di sbarcato lagunare e i nostri monitoraggi sul campo in affiancamento ai pescatori hanno permesso di dimostrare la connessione fra l’invasione di questa specie e il calo del pescato lagunare, diminuito di quasi il 40 per cento già negli anni precedenti l’esplosione del granchio blu». (Agenbio) Cdm 12:00.