Secondo l’Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente, c’è stato un calo di emissioni del 21% dal 1990. L’Italia, invece, rimane indietro, registrando una crescita delle emissioni.
Roma, 30 maggio 2024 (Agenbio) – Già nel 2023 le emissioni di gas serra erano diminuite del 6,2% rispetto al 2022. In realtà è dal 1990 che si registra un calo di emissioni del 21%. Anche quest’anno è evidente una diminuzione del trend. Un notevole contributo deriva soprattutto dalla produzione di energia rinnovabile e l’utilizzo di combustibili che contengono meno carbonio. Ha pesato inoltre il calo delle emissioni registrato a seguito della pandemia: l’aumento delle emissioni riportato nel 2021, in conseguenza della ripresa della mobilità e delle attività economiche dopo il periodo pandemico, si stima sia continuato anche per il 2022. Per un paese, dunque, avere un sistema produttivo ad alta efficienza energetica e con un avanzato stato di decarbonizzazione è la migliore risposta ai cambiamenti climatici.
I dati sono stati presentati dall’Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente l’8 maggio nel report “Le emissioni di gas serra in Italia. Obiettivi di riduzione al 2030”, il quale fornisce il quadro emissivo nazionale e una valutazione dell’andamento delle emissioni di gas serra.
In Italia, però, le emissioni di gas serra stanno crescendo da circa due anni, tanto da aver raggiunto 431 milioni di tonnellate di CO2 nel 2022 (0.4% in più rispetto al 2021). Il problema del nostro paese, secondo l’Ispra, è il settore dei trasporti. Risulta infatti che questo incida per il 26% sulle emissioni italiane (seguono la produzione di energia con il 23%, residenziale con il 18%, l’industria manufatturiera con il 13%). Il settore Agricoltura e le categorie emissive dei Processi industriali ed uso di altri prodotti (IPPU) sono responsabili rispettivamente del 7.8% e 7.6%, mentre il settore Rifiuti contribuisce al restante 4.8% alle emissioni totali. La percentuale delle emissioni causate dai trasporti, che provengono per oltre il 90% dal trasporto stradale, è aumentata del 7% dal 1990. Questo dato è evidentemente in controtendenza rispetto agli altri settori economici, che invece presentano riduzioni. Purtroppo, il numero di automobili in Italia aumenta, mentre le macchine elettriche sono ancora troppo poco diffuse. Gli obiettivi nazionali stabiliti dal regolamento Effort Sharing prevedevano una riduzione del 43.7% rispetto al 2005 delle emissioni prodotte da trasporti, residenziale – riscaldamento degli edifici- agricoltura, rifiuti e industria non-Emission Trading System – ETS. L’Italia si è avvicinata ai tetti massimi consentiti e li ha superati nel 2021 e nel 2022 a causa della mancata diminuzione delle emissioni di trasporti e del residenziale. Principalmente i trasporti stradali, dunque, nonostante le direttive europee, impediscono la diminuzione di emissioni e continuano a superare il tetto massimo.
Le stime del 2023 evidenziano il superamento del limite consentito per lo stesso anno, anche se al contempo si nota un calo delle emissioni totali di circa 26 MtCO2eq.
C’è da dire anche però, che il nostro paese ha rispettato sempre negli anni precedenti gli obiettivi di riduzione, sia nell’adozione di politiche sia in misure di mitigazione. Ha registrato infatti non solo il raggiungimento dell’obiettivo, ma anche un “overachievement” totale in termini di riduzione di 190 MtCO2eq. (Agenbio) Eleonora Caruso 9:30