Studiare il morso dei mammiferi per individuare l’evoluzione dei mammiferi

Roma, 30 maggio 2024 (Agenbio) – Un recente studio internazionale ha offerto nuovi spunti sulla diversità morfologica dei mammiferi, analizzando in particolare l’evoluzione del cranio e il legame tra la forza e la velocità del morso, due caratteristiche che influenzano significativamente il comportamento e l’ecologia dei carnivori. La ricerca, pubblicata sulla rivista ”Nature Communications”, è stata condotta da un team internazionale che ha visto la partecipazione di ricercatori italiani dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del CNR, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Catania. L’obiettivo della ricerca era esaminare come la forma del cranio si relaziona alle caratteristiche funzionali del morso, come la forza e la velocità, per comprendere quali fattori abbiano favorito l’evoluzione del morso, sia in termini di velocità che di potenza.

Lo studio ha analizzato 132 specie di mammiferi carnivori, utilizzando tecniche avanzate di acquisizione e analisi dei dati. I risultati hanno rivelato che la velocità con cui evolve la forma del cranio non è direttamente collegata allo sviluppo del morso. In particolare, è emerso che i carnivori con un morso veloce tendono ad avere un cranio più variabile rispetto a quelli con un morso potente. Questo suggerisce che non esista una relazione diretta tra la forma del cranio e la sua funzionalità. Un esempio di questa differenza morfologica si osserva nel fatto che animali come le iene, capaci di frantumare ossa, e i panda, che si nutrono di bambù, possiedono una potenza di morso simile, nonostante abbiano strutture craniche molto diverse. Gabriele Sansalone, ricercatore del CNR-Irbim e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha coordinato lo studio insieme a Carmelo Fruciano del CNR-Irbim e dell’Università di Catania, ha sottolineato come questa scoperta metta in luce la complessità della relazione tra la forma del cranio e la funzione del morso.

Inoltre, lo studio ha esaminato anche i carnivori marsupiali, i cui modelli di crescita, caratterizzati da uno sviluppo lento (dato che da piccoli passano molto tempo attaccati ai capezzoli materni nella tasca), non sembrano limitare la loro evoluzione morfologica e funzionale. Secondo Fruciano, sebbene esistano diversi modi per evolvere un morso veloce, i metodi per ottenere un morso potente sono decisamente più rari. Le specie che hanno sviluppato un morso più potente sono, infatti, meno numerose rispetto a quelle che hanno incrementato la velocità del morso. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che l’evoluzione della forma del cranio per ottimizzare la potenza del morso sia meno probabile rispetto alla sua evoluzione per velocità. Fruciano conclude osservando che i risultati ottenuti offrono una nuova chiave di lettura per comprendere la variabilità morfologica tra i diversi gruppi di animali.

Lo studio ha visto la collaborazione anche dell’Università del New England (Australia) e del British Antarctic Survey (Inghilterra). (Agenbio) Eleonora Caruso 9:00