Un “morso” per studiare l’evoluzione dei carnivori

Roma, 5 giugno 2024 (Agenbio) – Una ricerca condotta da un team internazionale composto, per l’Italia, da ricercatori dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e dell’Università di Catania, ha fornito nuovi elementi alla comprensione della diversità morfologica dei mammiferi.

Il lavoro parte dallo studio dell’evoluzione del cranio, e in particolare del rapporto tra forza e velocità del morso, due caratteristiche con un impatto significativo sul comportamento e l’ecologia dei carnivori.

Analizzando 132 specie di mammiferi carnivori, i ricercatori hanno scoperto che la velocità con la quale evolve la forma del cranio non è direttamente correlata allo sviluppo del morso e che il cranio dei carnivori che hanno ottimizzato un morso veloce risulta più variabile rispetto a quello degli animali che hanno sviluppato un morso potente.

«Questo – commenta Gabriele Sansalone di Cnr-Irbim e Dipartimento di scienze della vita dell’Università di Modena e Reggio Emilia – suggerisce che non ci sia una relazione diretta tra forma e funzione: si pensi al fatto che le iene, in grado di rompere ossa con la bocca, e i panda, che mangiano bambù, possono produrre un morso di intensità simile pur avendo strutture craniche differenti».

La stessa relazione tra forza e velocità è stata rilevata nei carnivori marsupiali, la cui crescita lenta (da piccoli trascorrono molto tempo attaccati ai capezzoli materni, in una tasca) non ha costituito un limite per la loro evoluzione morfologica e funzionale. La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications. (Agenbio) Etr 11:00.