Roma, 20 giugno 2024 (Agenbio) – Chi mangia più cibi ultra-processati come patatine, bibite, biscotti, salse e prodotti dolciari ha un rischio maggiore di declino cognitivo. In poche parole, può avere più difficoltà con memoria e pensiero e di avere un ictus rispetto a coloro che mangiano meno cibi ultra-lavorati. È quanto emerge da una ricerca pubblicata su Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology. Gli alimenti a cui si fa riferimento sono ricchi di zuccheri, grassi, sale aggiunti come ad esempio snack dolci e salati, salse confezionate, cereali aromatizzati e gelati che non contengono una buona dose di fibre e proteine. I ricercatori hanno analizzato le abitudini alimentari di 30.239 persone dai 45 anni in su per circa 11 anni attraverso la lettura di questionari che i soggetti compilavano dopo aver mangiato e bevuto. Hanno così determinato in grammi la quantità di alimenti ultra-processati consumati dagli individui confrontandoli con la quantità degli altri alimenti. In seguito, hanno suddiviso il gruppo, esaminandone alcuni di loro per il declino cognitivo ed altri per l’ictus. L’autore dello studio, W. Taylor Kimberly, MD, PhD, del Massachusetts General Hospital di Boston, ha spiegato che «un maggiore consumo di alimenti ultra-lavorati è associato a un rischio più elevato sia di ictus che di deterioramento cognitivo, e l’associazione tra alimenti ultra-lavorati e ictus era maggiore tra i partecipanti di colore». Alla fine, 768 persone hanno avuto un deterioramento cognitivo e 1.108 persone un ictus. (Agenbio) Anna Lavinia 14:00