Roma, 12 luglio 2024 (Agenbio) – Uno studio italotedesco pubblicato su Gut Microbes ha dimostrato il legame diretto fra l’intestino, esercito di batteri che lo abitano e i nervi periferici che collegano il cervello con gli altri organi e tessuti del nostro organismo. Una scoperta che apre a nuove prospettive terapeutiche per le lesioni dei nervi post incidenti o interventi chirurgici. Il lavoro è frutto di una collaborazione internazionale tra l’università di Torino, Padova e Hannover. “Il microbiota intestinale, costituito da un insieme di microorganismi tra cui batteri, virus e funghi – spiegano da UniTo e UniPd – colonizza il tratto gastrointestinale umano e influisce in modo decisivo sulla salute. Negli ultimi decenni sono stati dimostrati gli effetti del microbiota su altri organi e le alterazioni di questo complesso ecosistema, note come disbiosi, sono state collegate all’insorgenza di diverse patologie. Ora, per la prima volta, c’è la conferma di un asse tra microbiota intestinale e sistema nervoso periferico. Lo studio prova infatti come la totale o parziale assenza di microbiota interferisca negativamente sullo sviluppo dei nervi periferici e del loro bersaglio, il muscolo scheletrico”. In una nota, i ricercatori spiegano che ìncidenti stradali, sportivi, domestici o sul lavoro e anche interventi chirurgici sono le cause più frequenti delle lesioni dei nervi periferici, che in Italia raggiungono un’incidenza di 400mila casi all’anno. Grazie a questo studio, si auspica l’arrivo di sviluppi cruciali. “Malgrado i notevoli progressi della ricerca e della microchirurgia ricostruttiva, che oggi puntano su ingegneria tissutale e nuovi biomateriali – ricordano Cescon e Ronchi – il recupero delle funzioni nervose e muscolari dopo una lesione è spesso solo parziale, influendo negativamente sulla qualità della vita dei pazienti. È quindi necessario approfondire la conoscenza dei complessi meccanismi neurobiologici che regolano la rigenerazione dei nervi. Indagare il ruolo del microbiota intestinale in condizioni patologiche o di lesioni va proprio in questa direzione: aprire strade inesplorate che offrano nuove prospettive terapeutiche, con importanti ricadute cliniche”. Questo studio è il punto di partenza per il progetto Gut-NeuroMuscle, finanziato dal programma Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) con cui si sostiene la ricerca di base. (Agenbio) Mmo 11:00