Roma, 26 luglio 2024 (Agenbio) – Uno studio condotto dall’Università del Nevada (UNLV), e pubblicato su Current Biology, ha descritto come il nostro cervello tiene traccia del tempo e come può essere ingannato. Si pensa esistano orologi interni che segnano il tempo minuto per minuto, la ricerca dimostra che non è così. Analizzando i cambiamenti nei modelli di attività cerebrale, il team ha scoperto che la percezione del tempo passa per il numero e l’intensità delle esperienze vissute in un lasso di tempo. “Nella nostra esperienza, noi indichiamo il tempo attraverso le cose che facciamo, le cose che ci accadono – spiega James Hyman, prof associato di psicologia alla UNLV e autore senior dello studio -. Quando siamo fermi e annoiati, il tempo scorre molto lentamente – continua – perché non stiamo facendo nulla o non sta accadendo nulla. Al contrario, quando accadono molti eventi, ciascuna di queste attività fa avanzare il nostro cervello. E se è così che il nostro cervello indica oggettivamente il tempo, allora più facciamo e più cose ci accadono, più velocemente scorre il tempo”. I risultati dello studio si basano sull’analisi dell’attività nella corteccia cingolata anteriore (ACC). Si è scoperto che mentre il cervello progredisce in un compito che comporta una serie di movimenti, vari piccoli gruppi di cellule iniziano a collaborare, essenzialmente passando il compito a un diverso gruppo di neuroni ogni poche ripetizioni, come avviene nella staffetta passando il testimone. Le scoperte dello studio sulla percezione del tempo da parte del nostro cervello si applicano anche ad azioni basate su attività diverse dai movimenti fisici e si è arrivati a supporre che mantenere un buon ritmo aiuta a influenzare la percezione del tempo: “Più facciamo, più velocemente scorre il tempo. Dicono che il tempo vola quando ci si diverte. Invece di divertirsi, forse bisognerebbe dire ‘il tempo vola quando si fa molto’. Sebbene esista già una grande quantità di informazioni sui processi cerebrali in scale temporali molto brevi, inferiori al secondo, il nuovo studio è rivoluzionario perché si è concentrato sull’esame dei modelli cerebrali e della percezione del tempo in un arco di tempo che va da pochi minuti a poche ore, “che è il modo in cui viviamo gran parte della nostra vita: un’ora alla volta”, dicono i ricercatori. (Agenbio) Mmo 9:00