Anticipare la diagnosi e avere maggiore probabilità di cura per una delle forme tumorali con più alta incidenza di mortalità
Roma, 30 luglio 2024 (Agenbio) – Il carcinoma del polmone è la principale causa di decesso per cancro in tutto il mondo sia per gli uomini che per le donne. Tra le varie cause, per l’85%
dei casi è legato al fumo di sigaretta. I sintomi possono essere tosse, oppressione toracica o dolore, perdita di peso, e, più raramente, emottisi; tuttavia, molti pazienti si presentano alla prima diagnosi con malattia metastatica con o senza sintomi clinici.
La diagnosi è effettuata sulla base di una radiografia o una TC del torace ed è confermata da una biopsia polmonare. In base allo stadio della malattia, il trattamento comprende la chirurgia, la chemioterapia, la radioterapia, o un loro impiego combinato. Negli ultimi decenni, la prognosi di un paziente con tumore al polmone era scadente, solo il 15% dei pazienti sopravviveva 5 anni dal momento della diagnosi. Per i pazienti allo stadio IV della malattia (metastatico), il tasso di sopravvivenza globale a 5 anni era dell’1%. Tuttavia, i risultati sono migliorati a causa dell’identificazione di alcune mutazioni che possono essere mirate alla terapia e gli attuali tassi di sopravvivenza a 5 anni sono del 19% (23% per le donne e 16% per gli uomini).
Nella maggior parte dei casi il carcinoma viene scoperto quando ormai è in stadio avanzato. È opportuno che gli adulti di età compresa tra 50 e 80 anni, che fumano almeno 20 pacchetti all’anno o che hanno smesso di farlo entro i 15 anni precedenti, si sottopongano ogni anno a esami imaging per la diagnosi precoce di tumore al polmone. Nell’ultimo periodo infatti è stata confermata la teoria secondo la quale prevenire il tumore grazie allo screening può allungare la vita. Molti studiosi hanno notato che sottoporre a controlli annuali le persone a rischio permette di diagnosticare prima il tumore, così da avere più speranze di curarlo. Dato che i dati di real-life sono limitati, è stato valutato l’impatto effettivo del programma tra i pazienti seguiti dalla Veterans Health Administration, il sistema di assistenza sanitaria attivo negli States rivolto ai veterani, che avevano ricevuto una diagnosi di cancro ai polmoni nel periodo 2011-2018.
Su un totale di 57.919 assistiti colpiti dal tumore, 2.167 (3,9%) erano stati sottoposti a screening prima della diagnosi. Ebbene, fra questi ultimi sono stati osservati tassi più alti di diagnosi precoce (52% di casi in stadio I, rispetto al 27% tra il gruppo non screenato), nonché tassi più bassi di morte per qualsiasi causa (49,8% contro 72,1%) e di morte per CANCRO (41% contro 70,3%) in 5 anni.
Così poi si è espresso Michael Green dell’università del Michigan e del Veterans Affairs Ann Arbor Healthcare System: «È incredibile essere testimoni di come gli sforzi nazionali volti ad aumentare gli screening nell’ambito del Programma di oncologia di precisione per il polmone possano portare a miglioramenti sostanziali negli esiti della malattia».
Inoltre, uno studio condotto sui veterani Usa e pubblicato su ‘Cancer’, rivista dell’American Cancer Society, ha promosso un approccio di prevenzione secondaria che il nostro Paese intende adottare su scala nazionale. Ha affermato il ministro della Salute Orazio Schillaci nel marzo scorso, ospite a Roma dell’evento Adnkronos Q&A “Salute e sanità, una sfida condivisa”: «Spero che l’Italia diventi la prima nazione Ue ad avere uno screening per il cancro del polmone».
Lo screening, dunque, rappresenta una risorsa preziosa per la salute pubblica dato che anticipare la diagnosi di tumore significa cambiare radicalmente la prognosi ed evoluzione della malattia, con un impatto rilevante sull’aspettativa di vita e al contempo sui costi sociali dovuti alla perdita di produttività. Proprio per questo sono attivi da tempo, per molte patologie oncologiche, come per esempio il cancro al seno, dei programmi organizzati, promossi dal Servizio Sanitario Nazionale e Regionale, rivolti alle fasce di popolazione più a rischio. Recentemente è stato anche promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano il Risp, un programma gratuito di diagnosi precoce del tumore al polmone con Tc torace. Il programma ha l’obiettivo di reclutare 10.000 candidati ad alto rischio, e coinvolge 18 centri in 15 differenti regioni italiane.
«L’obiettivo strategico del programma Risp – spiega Ugo Pastorino, direttore della Sc Chirurgia toracica dell’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano e responsabile del progetto Risp – è quello di implementare su tutto il territorio nazionale un programma di screening del tumore polmonare con Ldct, attraverso una rete di centri ad elevata competenza clinica multidisciplinare, allo scopo di ottenere una significativa riduzione della mortalità per cancro polmonare nei forti fumatori (dal 40% al 50%) e, potenzialmente, anche per altre patologie causate dal fumo. Il tutto attraverso un sistema di diagnosi precoce che utilizza la Ldct torace con periodicità variabile, sulla base del rischio individuale di ogni soggetto. Il programma Risp ha ottenuto un numero di adesioni superiori alle attese». (Agenbio) Eleonora Caruso 9:30