Roma, 30 luglio 2024 (Agenbio) – Un team di ricercatori australiani ha individuato biomarcatori disfunzionali comuni a molteplici organi trapiantati che potrebbero essere rilevati attraverso un esame del sangue. La scoperta, pubblicata su Nature Medicine, potrebbe aprire la strada alla diagnosi precoce del rigetto in tutti i trapianti. Secondo gli autori dello studio, i prossimi step potrebbero riguardare la capacità di questi biomarcatori di distinguere anche tra diversi tipi di rigetto: problemi immunitari, insufficienza di sangue all’organo o riparazioni cellulari anomale. Attualmente il tasso di successo a lungo termine di un trapianto varia a seconda dell’organo: 59% per i polmoni, 80% per il fegato, 82% per i reni e 73% per il cuore. Il sospetto che un organo subisca un rigetto è legato al suo malfunzionamento. Per avere conferma della diagnosi, poiché spesso i sintomi si manifestano soltanto quando il rigetto inizia, il paziente deve sottoporsi a una biopsia. Un esame meno invasivo, dunque, potrebbe essere l’analisi del sangue per rilevare precocemente il rischio di rigetto attraverso i biomarcatori. (Agenbio) Etr 11:00